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--------------------------------------------------------------------- La lupa la cagna l'imbroglione e i gatti snob La lupa la cagna l’imbroglione e i gatti snob
Una cagna caduta in disgrazia, non poteva più nutrire i suoi cuccioli. Ebbe l’idea di chiedere aiuto ad una lupa. “Se donerai qualche poppata ai miei cuccioli e questi si salveranno, io e la mia famiglia te ne saremo per sempre grati” disse. La lupa meravigliata accettò ma volle un garante per essere, disse lei, sicura di aver udito il “giusto”. La cagna si recò subito nella vecchia piazza del paese e si imbatté in un vecchio imbroglione che era alla ricerca della sua preda giornaliera. Fingendo di essere impietosito l’imbroglione si fece spiegare di quale razza di affare si trattasse. Non fece fatica ad accettare di buon grado di essere il garante di una trattativa in cui ci sarebbe stato sicuramente qualcuno da truffare. Recatosi, insieme alla cagna, nella tana della lupa, questa, fingendo di accettare l’affare, strizzò l’occhio al farabutto che conosceva bene e, questi, capendo che il pranzetto era allettante, non perse tempo e passò subito all’azione. La cagna finì alla brace, non prima di aver implorato gli dei perché avessero messo in salvo almeno i suoi cuccioli. Uno di questi, caduto fortuitamente dalla cesta nella quale gemevano affamati i cuccioli mentre la lupa bivaccava con l’imbroglione, riuscì a trarsi in salvo, mentre i due consumavano col sesso il piacevole inganno. La fortuna volle che questi affrontasse con coraggio le sue alterne vicende, fino a divenire un rispettoso cane di rango, in una città dove nessuno oramai osava negargli servigi e favori a causa della sua rinomata probità. Un giorno, quando oramai conduceva una vita che sembrava offrigli la prospettiva di una serena vecchiaia ebbe, quasi in una folgorazione, la repulsione di non aver ancora lavato l’onta che aveva quaranta anni prima travolto la sua famiglia. Assoldati tutti i gatti più furbi del circondario li convocò presso la tana della lupa e forniti loro di vettovaglie e ogni sorta di genere di conforto, li esortò a fare una “bella festa” alla lupa mentre lui sarebbe tornato di lì a qualche giorno. Si mise alla ricerca del vecchio imbroglione nei luoghi più malfamati di diverse città e finalmente lo trovò mezzo ubriaco mentre sorseggiava “l’ultimo” goccio in una città di mare. Avendogli offerto un bel gruzzolo d’oro, lo convinse a recarsi dalla vecchia lupa per banchettare insieme a lui e ai suoi amici. Giunti sul luogo trovarono i gatti che si erano prontamente accasati mentre consumavano ogni sorta di raffinatezze. La compagnia si era arricchita di nuove e interessanti amicizie mentre la lupa giaceva a testa in giù, pronta per essere arrostita. All’inizio il malcapitato pensò, furbescamente, che quella poteva essere proprio una “bella festa”. Purtroppo, capì ben presto che le cose sarebbero andate diversamente e che la gang di gatti aveva tutti i ferri del mestiere per imporre il proprio gioco. Egli fu costretto a scegliere se morire facendo prima sesso con la lupa, salvandola così dal sicuro arrostimento. O se invece, farne un banchetto. Ebbe a scegliere il “banchetto” tra le risa e il borbottio degli astanti che erano accorsi numerosi per sbirciare un uomo, che per non aver saputo osare, aveva accettato di morire da uomo ingiusto, piuttosto che da uomo coerente. Il giorno dopo la gang sbaraccò con il dispiacere di tutti quelli che erano accorsi sul luogo. Essi si erano finalmente liberati della lupa grazie ad un delitto di cui non potevano essere imputati. Inoltre essi avevano, così, potuto godere per qualche giorno di ogni genere di conforto grazie alla generosità dei gatti. Quando giunse sul luogo l’impresa di pulizia che era stata debitamente richiesta per una disinfestazione, si rinvenne accanto alla salma del vecchio imbroglione un pergamena. La pergamena conteneva le seguenti parole: “In memoria di un imbroglione che morì per non aver saputo osare, avendo egli sacrificato l’unica risorsa che gli avrebbe reso la morte meno orribile: il vivere sapendo fare uso della propria intelligenza.” La pergamena conteneva un frontespizio nel quale con il sangue venne incisa la seguente didascalia: “Oneste vivere- neminem laedere- cuisque tribue”. “Vivi onestamente- non ledere nessuno- a ciascuno il suo”. -- Il valore di una merce non dipende dalla sua natura, ma dalla stima degli uomini, anche se quella stima è folle. (Diego De Cavarubbias) -- La proprietà è una conseguenza necessaria della natura dell'uomo. (Claude Frédéric Bastiat) -- La tassa migliore è sempre la più leggera. -- L'economia si occupa dei problemi fondamentali della società; interessa tutti e appartiene a tutti: è il principale e specifico studio di ogni cittadino. (Ludwig von Mises) --
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